domenica 31 dicembre 2017

FOR AULD LANG SYNE

Un capolavoro come Downton Abbey non poteva che terminare con un finale glorioso. Ovvio, c’era l’esigenza di chiudere  il serial in bellezza, ma allo stesso tempo bisognava “consacrare” definitivamente la filosofia che quella storia aveva voluto trasmettere.
... E dunque, si era deciso di mettere la parola fine nel bel mezzo di un brindisi all’anno nuovo: alééé!

Anno nuovo e vita nuova, dunque. E sebbene ai piani alti del castello festeggiavano i nobili padroni (mentre la servitù festeggiava più giù,  nel piano inferiore), era a quel punto diventato chiaro che in futuro bisognava remare tutti assieme, piani alti e piani bassi, abbandonando le certezze del passato, per affrontare le nuove sfide.
Peraltro, fino a quel momento c’erano state molte difficoltà economiche, diversi lutti, pure parecchi scandali (che avevano contribuito a intrecciare la vita della sguattera con quella della matrona, la sorte del facchino con quella del marchese). E soprattutto c’era stata la guerra.
... Morale: molte cose erano cambiate, ormai, e i nobili non potevano più limitarsi a difendere i loro ridicoli privilegi, vivendo di rendita. Nel frattempo il personale avrebbe dovuto immaginare un mondo in cui non è più necessario fare i ruffiani col principino di turno.

A Downton Abbey tutto questo lo si era capito. La cameriera Anna, che era graziosamente incinta e aveva perso le acque mentre si trovava nella camera di Lady Mary, aveva potuto partorire là dove si trovava, in tutta tranquillità. E nonostante alcune resistenze (il maggiordomo: “Ma è una eresia! Una profanazione!”), perfino la contessa aveva festeggiato il nuovo arrivo e il nuovo anno rassicurando il marito (“Più sapremo adattarci e meglio saremo in grado di affrontare il futuro”).
... La governante, a quel punto, poteva proporre il canto liberatorio ("For Auld Lang Syne"), e l'anzianissima lady Violet (Maggie Smith), poteva brindare anche lei all'anno nuovo (il 1926), con una battuta acida. E, naturalmente, anche con una delle sue tipiche smorfie. Evviva l'anno nuovo!


venerdì 8 dicembre 2017

TUTTO CU*O E CHIESA

E' SUCCESSO A SAN ZENONE DEGLI EZZELINI, in provincia di Treviso. E' accaduto che qualche sprovveduto s'era inventato di far predicare in Chiesa una eccentrica coppia di oratori (poi presentati come "due grandi italiani"). Per la cronaca: avevano già invitato un giovanotto (Luca Di Tolve, un malato di Aids che dopo essere stato buddista ha visto la Madonna "nella profondità della coscienza", e che oggi grida contro i "luridi massoni"). 
... Con lui anche una dottoressa che scrive libri fantasy (Silvana de Mari, che preferisce definirsi "scrittore" e che assicura: "Lealtà, coraggio e cavalleria sono valori maschili, il coraggio è una virtù da maschi, ci va il testosterone").

ORA, SE IL GIOVANOTTO passa per essere l'ispiratore della strampalata canzone "Luca era gay" (ma il cantante Povia nega questo fatto), la dottoressa, già interrogata dalla Procura di Torino e finita sotto indagine, è una donna chiacchierona e furba che dice di aver "buttato via la carriera di medico" per seguire i gay che ama moltissimo (li circuisce in maniera malsana, come si potrà capire più avanti!). Ed è una - vedi un po' tu - che da bambina voleva assolutamente (per colpa della madre sofferente di nervi, assicura), diventare un maschietto. 

... Comunque sia, l'Ordine dei medici ha già spiegato che pende sulla di lei un provvedimento disciplinare, e in futuro potrebbe sospenderla o addirittura radiarla. E questo dovrebbe già bastare, perché chi vuol capire capisce.

AD OGNI MODO, quando l'incontro in chiesa coi due simpaticoni era già stato programmato, le contestazioni sul web hanno scoraggiato il parroco. L'appuntamento è stato dunque annullato, e il "circo" è stato allestito nell'auditorium delle scuole Medie (quindi in uno spazio pubblico e scolastico, dove - è stato fatto notare al preside e pure al sindaco - bisognerebbe insegnare il rispetto per tutti, n'è vero!).
... Comunque sia, spostando l'evento altrove si è almeno evitato il peggio. Perché in Chiesa, una simile cagnara, avrebbe fatto venir giù il campanile.

SE DAVVERO I DUE avessero potuto predicare dal pulpito, perfino il Cristo dal crocefisso si sarebbe messo a imprecare per lo scandalo. b
asti dire che poi, nell'altra sede, il Luca "ex gay", dopo aver urlato "ci avete tolto la chiesa", ha spiegato - per dirne una a caso - che molti ragazzi lo avvicinavano per avvertirlo che "non riescono più a fare la cacca". E la signora De Mari, invece, in quell'occasione ha dispensato perle di saggezza come questa: "La cavità anale è stata fatta per essere percorsa dall'alto in basso dalle feci. Le feci hanno una circonferenza che oscilla da 2 centimetri e mezzo a 5 centimetri. Nel momento in cui viene penetrata dall'ano...". Eccetera eccetera, perché a questo punto mi fermo, per carità di Patria. Stendendo un velo pietoso sul pornografico finale.

IN QUELLA SEDE, siccome nessuno si è preoccupato di chiamare l'ambulanza, i due guitti hanno potuto spacciare per "studi scientifici" quelle che erano delle evidenti scemenze. Hanno riletto in chiave isterico-cristiana le antiche leggende popolate da folletti e fatine. Hanno fatto un gran minestrone citando la Bibbia alla cacchio di cane, pur di sostenere il loro mondo fiabesco e medievale (in cui la donna deve sottomettersi all'uomo e l'uomo deve fare l'eroe e financo morire per "la sua donna"). Hanno sparato minchiate colossali sfruttando i racconti di orchi e streghe cattive (per poi evocare lo spettro dell'aborto al settimo mese). Hanno sfruttato la figura della piccola Alice che col suo immaginario paese delle meraviglie sarebbe una significativa "storia della dissociazione" (disturbo che oggi colpisce - hanno sostenuto - gente come Vladimiro Guadagno in arte Luxuria, che essendo un dissociato "si sente una donna"). 
... E ancora: è stato detto che Harry Potter "contiene linee di cristianesimo molto forti", che Peter Pan è "l'angelo della morte", E altre cretinate sul cervello umano piuttosto che sulla sessualità delle bestie. 

MA SOSTANZIALMENTE, bisognerà pur dirlo, quella sera i due volevano arrivare a parlare - e morbosamente - del deretano e delle sue patologie. Soprattutto la De Mari che, avendo questa maniacale passione per i suoi "amici" gay, non si limita a spiarli dal buco della serratura (ma li perseguita in maniera ossessiva scrutandoli - letteralmente - attraverso il loro buco del c**o).
... Va bene, siamo d'accordo, è un fatto che il "lato B" ha una sua importante funzione. E perfino una sua innegabile nobiltà (visto che nella Cappella Sistina lo si mostra tale e quale il buon Dio l'ha fatto). Ma, accidenti, perfino Michelangelo inorridirebbe all'idea di raffigurare - a maggior ragione in una chiesa - l'orifizio e le sue eventuali "perturbazioni"! E dunque, davvero il signor parroco ha potuto immaginare anche solo per un secondo di mandare sull'altare due simili personaggi? Davvero ha offerto le sedie, invece di scaraventarsi contro quelli che lo aveva mal consigliato obbligandoli a rivolgersi in fretta e furia ad un esorcista? 

AD OGNI MODO, per conoscere meglio la dottoressa De Mari è sufficiente ascoltare l'esilarante video indicato qui sotto (a fine post). La si sentirà intervenire nel programma di Radio24 "La Zanzara". Anche in quell'occasione, pur cosciente del tranello che era stato preparato a suo danno, la signora ha preferito stare al gioco. Ben contenta, lei, di apparire ridicola, perché consapevole di guadagnare ancora di più in visibilità (per la serie "bene o male, purché parlino di me").
... In quanto al Luca che "era gay e adesso sta con lei", il discorso è più complesso. E conviene affrontarlo con comodo, consapevoli che il "caso umano" è in realtà un caso disperato.

LUCA DI TOLVE, CHI ERA COSTUI?
Tutti hanno un vicino, o un parente, che dopo averne fatte di tutti i colori, al primo inciampo (un incidente di percorso, un lutto, una depressione, una grave accusa), decide di abbracciare una fede qualsiasi, illudendosi di potersi ricostruire una qualche "verginità" (più spesso costui si affiderà a qualche setta fanatica, pettegola e all'apparenza rigorosa, così da impressionare gli altri e poter poi giudicare con disprezzo l'altrui fede).
... Ma Luca Di Tolve ha fatto di più: quando gli hanno fatto capire che gli restavano pochi anni di vita (s'era beccato l'Aids, che all'epoca non lasciava speranze), si è buttato nella mistica, gli è apparsa la Madonna (forse anche Padre Pio, ma non ne è sicuro), e conseguentemente si è improvvisato salvatore di anime perse.
Non è chiaro se il ragazzo è realmente diventato eterosessuale (certi lapsus freudiani fanno pensare il contrario), ma lui vuol farci credere che questa specie di "miracolo" sia davvero avvenuto. Anzi, a forza di preghiere, la Madonna di Medjugorje lo ha premiato facendo in modo che incontrasse una donna, che però "non aveva fede" e dunque ha dovuto chiederne una seconda (stavolta è andata alla perfezione, l'ha sposata, e - nonostante lui fosse consapevole di avere l'Aids - in seguito è perfino nata una incolpevole figlia). 
Ad ammettere gli errori passati, tuttavia, Luca non ci pensa proprio. Anzi, si sforza di rovesciare la frittata, e pur sostenendo di non voler aprire alcun processo, implicitamente o esplicitamente butta tutte le colpe sugli altri.
Si descrive, il furbetto, come un ragazzo che, anche quando vagava per selve oscure, era tanto buono (e perfino bello). Insomma è evidente cosa vuole che si pensi di lui: che a traviarlo - ti pareva! - sono state le cattive compagnie (tra le quali, assicura, c'erano diversi vip del jet set).
Ovviamente lascia intendere che è diventato gay per colpe altrui. E questo sarebbe successo, secondo lui, soprattutto a causa dei genitori. 
Inoltre: non si dica che era un po' vizioso, no, neppure quando sguazzava nell'inferno dei "sodomiti". Perché anche in quel "paese dei balocchi" - lui lo chiama così - cercava solo una storia seria, una relazione fissa. Inoltre: organizzava crociere del sesso, questo lo ammette, ma rimaneva un idealista e un romanticone (come no!).
... E allora uno a questo punto dovrebbe chiederglielo: ma benedetto figliolo, dici che frequentavi le dark-room (nei locali per scambisti sono quelle stanze completamente buie dove scopare al buio, con chi capita, 'ndo cojo cojo), vuoi farci credere che andavi in quei postriboli perché cercavi il il principe azzurro? E poi: ti sei lamentato di aver preso ogni virus e pure quello dell'Hiv, ma se non può essere stato per opera dello Spirito Santo, vuoi davvero farci credere che la colpa è della "propaganda gender"? E non sarà, piuttosto, che ti piaceva ingropparti "con chiunque purché respiri"?

E TUTTAVIA, volendo davvero credere a quel che racconta Luca (ne dice troppe: che ha avuto "successo", che ha lavorato per Canale 5, che era amico di Dolce e Gabbana...), ecco come questo sfrontato descrive la sua infanzia: nessun parente gli ha insegnato a palleggiare, e dunque non riusciva a giocare a calcio (cosa che desiderava tanto). Il padre, prima di separarsi, litigava sempre con la madre (e non gli sorrideva mai, rendendolo sempre più insicuro). La mamma lo vestiva "da damerino" (rendendolo sempre più effeminato). A scuola i bambini gli chiedevano se era maschio o femmina (costringendolo ad isolarsi e a cercare la compagnia delle bambine). Le amichette che frequentava non lo attraevano (evidentemente erano tutte delle cozze). E infine quando sono cominciate le tempeste ormonali si è innamorato - chissà come mai - del suo compagno di banco (sottolinea a mo' di giustificazione che il tipo in questione era il più bello e il più robusto della classe, e qui sembra voler dire: quelli non erano i primi sintomi di un orientamento mio naturale, no, era il Diavolo che per dispetto mi aveva messo accanto un figaccione da urlo!).
... Il resto della storia è un continuo delirio. Ma l'associazione "lgbt" in cui Luca dice di aver lavorato come importante collaboratore, guarda un po', nega molte delle cose che il giovanotto racconta (smentisce perfino il concorso di bellezza che avrebbe vinto). Piuttosto loro ricordano che le crociere e tutto il resto erano sue spontanee iniziative che non coinvolgevano assolutamente l'organizzazione. E sono sempre loro a sottolineare che la condotta di Luca (anche dopo aver saputo di aver contratto il virus dell'Aids), era assolutamente spericolata. Salvo poi venire fulminato sulla via di Damasco, pretendendo di convertire gli altri alle sue paranoie, e cominciando a vomitare su quelle praterie in cui aveva selvaggiamente scorrazzato.

INFINE, PER DIRE, Luca Di Tolve insiste a dire che le lobby "lgbt" si lasciano contaminare da certa politica (verosimilmente allude a quei politici di sinistra che attacca). Dice anche che tutte quelle associazioni sono sfruttate da certi speculatori che vogliono solo far soldi. Resta da capire se i corsi che lui organizza (e i libri che pubblicizza la sua amica De Mari), sono gratuiti. Perché viene il sospetto che, oggi come un tempo, lui cerchi solo di "fare cassetta" - parole sue - sulla pelle dei gay. E resta da capire come mai lui e lei strizzano l'occhio a certa schifosa propaganda (che, pensa un po', è quasi sempre la stessa di certi politicanti rozzi, maschilisti, sessisti, razzisti, bigotti e omofobi).
... Ad ogni modo, e comunque la si pensi, la serata a San Zenone è nel video che Luca Di Tolve ha pubblicato sulla sua pagina facebook il 25 ottobre scorso. Guardandolo fino alla fine si potranno apprezzare le reiterate contestazioni di parte del pubblico (al quale Luca rispondeva urlando: "andate a studiare, caproni!"). Interessante notare che - per protesta? - alcuni del pubblico tenevano l'ombrello aperto sopra la testa. Interessante anche l'intervento dell'ex seminarista che ha cercato - ma inutilmente - di portare un po' di equilibrio. E soprattutto imperdibili alcuni memorabili battibecchi.
         Natale Pellizzer

P.S. : Come si poteva immaginare, non è finita qui. Infatti dopo questa cialtronata altri fanatici ancora sono giunti San Zenone degli Ezzelini per gridare contro la fantomatica teoria del gender. E con la scusa di difendere la "famiglia Naturale" (scritto con la maiuscola), hanno preso per il cu*o la Fede e la Bibbia (quest'ultima citata alla cacchio di cane). Nello specifico: il 12 gennaio scorso a sproloquiare (e stavolta in chiesa), è stato chiamato padre Lorenzo Montecalvo. Ma questa è un'altra storia, che va raccontata per bene, con calma, con cura, in un altro prossimo post.
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sabato 2 dicembre 2017

LA ZECCA E LA CRAPA

In seguito a quanto è successo in quel di Como - i bruti di Veneto Fronte Skinhead che hanno intimorito una organizzazione umanitaria leggendo un proclama delirante - qualcuno ha creduto di veder abbattersi sul Belpaese una  pericolosissima "onda fascista".
... Maddecché! Ma se sono quattro imbecilli che non conoscono la storia e son capaci solo di fare i bulletti!

Questi esaltati che si credono arditi dovrebbero leggere quel che Franca Valeri (ebrea per parte di padre, e felice testimone oculare di quel che accadde a Piazzale Loreto), ha sostenuto in una intervista.
... Laddove dice che Mussolini era un uomo ridicolo e vile perché "la sua fuga lo dimostra". Quando invece Hitler "almeno ci aveva pensato da solo" (a capire di essere un puzzone e uno stronzone che aveva fallito su tutti i fronti, e dunque deciso a togliersi di mezzo da solo").


Ad ogni modo, tocca far notare che i balordi dei centri sociali e certo sindacato barricadero (come pure tutti quei prepotenti che cianciano di "spesa proletaria" scrivendo "chi non okkupa preokkupa"), sono diventati altrettanti "cattivi maestri".
... Tutti loro, benché sedicenti comunisti e dunque presunti antifascisti, hanno sdoganato proprio quei sedicenti "mussoliniani" che adesso si sentono a maggior ragione autorizzati a fare i prepotenti. Con la scusa che "se lo possono fare anche le  zecche di sinistra...".

Quando gli antagonisti dei centri sociali inneggiano alle "okkupazioni" (coperti da una sinistra fallimentare, minoritaria e dunque rancorosa), di fatto ispirano quei cretini che pensano di poter invadere lo spazio altrui inneggiando al Duce (lo fanno perché 
coperti proprio da quella destra catto-razzista che, paradossalmente, ripete sempre che "se mi entri in casa e mi sento minacciato devo poter sparare").
... Anche qui, dunque, cade l'asino. Perché seguendo certa logica intollerante e destrorsa i poveretti che si sono ritrovati di fronte i  trucidi di Veneto Fronte Skinheads avrebbero dovuto poter sparare. E invece i populisti di destra minimizzano i fatti di Como. Dimostrando che la loro onestà intellettuale è pari a zero.

sabato 18 novembre 2017

MAFIA E MAFIOLOGI

Adesso, a Dio piacendo, anche basta. E diciamolo, finalmente, chi è stato Totò Riina.
... Proprio come ha fatto Filippo Facci, su 'Libero', che ha presentato il cadavere dell'ex 'boss dei boss' con queste parole: "Un vecchio galeotto stragista rincoglionito che da 24 anni era al regime carcerario del 41 bis".

Volendo poi affondare definitivamente certe frasi fatte e  certi luoghi comuni (del tipo: "Riina si porta i segreti nella tomba"), Facci ha aggiunto che il rincoglionito "non parlava più  e non riusciva a comandare neppure il suo intestino".
... Per poi concludere l'articolo - e liquidare certa dietrologia che contribuisce a mitizzare il criminale - osservando che "il resto sono fantasie dei mafiologi".

martedì 7 novembre 2017

PAPEROPOLI

Il comune di Sappada (Bl), vuole cambiare regione e passare al Friuli. Evidentemente perché lì l'erba è più verde. Oppure, più probabilmente ancora, per una questione di "schéi".
... Spostare i confini è il solito vizietto di chi crede di poter trovare una scorciatoia ai propri limiti. Come quando si sgomita per superare la fila. O quando si vuol parcheggiare nel posto riservato ai disabili. E quando ci si finge offesi per lasciare la moglie da sola e andare finalmente ad ubriacarci.

La Democrazia ha anche questo di brutto: che tutti si sentono in diritto di sbraitare e sgomitare. Proprio per questo ho trovato diseducativo chiedere alla gente, con un referendum, se voleva maggiore autonomia.
... E, almeno, bisognava formulare un quesito più preciso. Ma evidentemente serviva essere vaghi affinché ognuno potesse fantasticare sui "sogni di gloria" che preferiva.

In ogni caso: col 53% di affluenza e il 90% di sì Luca Zaia aveva detto che avrebbe "buttato il fascicolo" (nel senso che avrebbe cessato di chiedere la fantomatica "autonomia" de Veneto).
... Beh, 
ma allora non mi pare che i risultati giustifichino i proclami sul presunto "plebscito"!

Inoltre, Zaia aveva detto che era fondamentale andare a votare. Ma viene il sospetto che votare fosse obbligatorio, più che fondamentale. Salvo accettare di pagare caro l'aver disertato le urne.
... Infatti Zaia aveva aggiunto anche questo avvertimento: "Chi non va a votare non avrà più titolo per aprire bocca... Saremo costretti a girare col certificato e dire sì io sono andato c'ho il timbro di quel giorno, io c'ero".


Generalmente si ritiene che in una democrazia degna di questo nome non è ammesso il ricatto (della serie: "se non voti poi non aprire bocca")!
... Inoltre: in democrazia non è ammesso il voto di scambio (vota che poi la regione ti aiuta a trovare un lavoro, lasciava intendere un manifesto del referendum affisso dalla Lega!).

Comunque la matematica non è una opinione, e se col 53% Zaia aveva spiegato che non avrebbe dato seguito a niente, ritenendolo un dato negativo, a casa mia il 57% non è - comunque lo si voglia leggere - un "plebiscito".
... Peraltro, i numeri dicono che la Lega in Veneto ha perso clamorosamente nelle città. E in Lombardia ha perso sempre e ovunque. Non capisco, dunque, come Luca Zaia possa cantare vittoria, visto che la fantomatica Padania a conti fatti esiste solo nella fantasia. Come Paperopoli.

sabato 28 ottobre 2017

COJONATE VENETE

CHE PENA le prediche dei politologi che spiegano a modo loro la diversa affluenza in Lombardia (rispetto al Veneto), in occasione dei referendum sull'Autonomia.
... Più di uno tira in ballo la Serenissima, volendo dire che questa avrebbe forgiato in Veneto un popolo di fieri autonomisti (e secessionisti).

LA VERITA' è che la stragrande maggioranza dei veneti non saprebbe dire cos'è la Serenissima. Peggio: non saprebbe dire neppure cosa chiedeva e cosa presupponeva il quesito referendario.
... E piuttosto questa regione bigotta, credulona e piagnucolosa, si lascia infinocchiare dai proclami, dalle suggestioni, dalle superstizioni, dalle fobie.

SONO I MENO
equipaggiati (culturalmente), ad essere più sensibili al canto delle sirene. Sono loro quelli che si soddisfano immaginando di poter trattenere più schèi, quelli che godono a sognare di poter dare una pedata a "Roma ladrona").
... Molti di questi imbecilli, peraltro, si trastullano gia abbondantemente con le guerre di campanile (Trompoli di sopra che detesta Trompoli di sotto, Mestre che vuole dividersi da Venezia, ecc.). E dunque non avrebbero bisogno di cercare altrove il nemico che già hanno individuato a casa loro!

MOLTI VENETI
che abitano in campagna, poi, odiano quelli di città (e viceversa). E i dati sull'affluenza evidenziano che il sogno leghista ha fatto presa sui primi, ma poco sui secondi.
... Checché se ne dica, la verità è che in Veneto il quorum non è stato raggiunto in città come Venezia, Verona, Padova, Rovigo. Vicenza ha raggiunto una patetica sufficienza col 52%. Belluno, invece, ha fatto appena il 51'1%, Treviso il 50'4%. Stop. E il resto sono chiacchiere(anzi: ciàcole). E balle (anzi: cojonàde). 

domenica 22 ottobre 2017

UNICO TRENO

CRITICHE al quesito del referendum sull'autonomia (vago e insulso), sono state espresse da Matteo Marzotto. Che ha dichiarato: “Una domanda mal posta può generare false aspettative, com’è stata la Brexit che si è rivelata una tragedia”
... Nel frattempo, sul quotidiano berlusconiano “Il Giornale”, il governatore del Veneto Luca Zaia continuava a recitare il solito copione di sempre. Con queste ruffiane parole: “Il Veneto e i veneti hanno una storia millenaria di progresso, democrazia, riformismo concreto … Hanno tentato di dipingerci come pericolosi ed egoisti sovversivi … Domenica è finalmente arrivata l’ora del riscatto del popolo veneto … Ci sono treni che passano una volta sola. Quello dell’autonomia, in Veneto, passa domenica, dalle 7.00 alle 23.00”

TRADUZIONE DELLA SOLFA di Luca Zaia: "Cari veneti, noi tutti siamo i migliori, gli altri sono tutti brutti e cattivi. Ci invidiano proprio perché siamo i più fighi. Ma ora potete finalmente liberarvi dalle catene che ci impone Roma ladrona, i terroni, e i comunisti. Votate come vi dico io e come dice “mamma Lega”. Saltate sul carro adesso o mai più. Altrimenti dopo arriveranno i barbari. E ci sarà l’invasione delle cavallette, degli Ogm, dei vaccini obbligatori (a noi che siamo già sani e belli). Non solo questo: Ci sarà l'invasione degli islamici, e di quelli con la erre moscia che non capiscono il nostro bel dialetto. Ostrega, mi ve gò avvertìo, dopo non vi lamentate. Passato il referendum, òcio che ve chiederò la ricevuta del voto e se non l’avete vi manderò semplicemente augurandove buona padania e buona polenta con la luganega).

lunedì 16 ottobre 2017

OPERAI DA TELECAMERA

Stefania Rossini ha intervistato (su "L'Espresso"), Francesca Re David. Che sarebbe la nuova segretaria generale della Fiom-Cgil.
... Alla domanda: "Lei è chiaramente una borghese e non ha mai lavorato in fabbrica", la "Monica Vitti del sindacato rosso" (è chiamata anche così), ha risposto: "Come non ci aveva mai lavorato Trentin, Sabattini, Lama, e tanti altri grandi dirigenti della Cgil e della Fiom".

Ok, abbiamo capito, ma resta da capire se alla lista lei aggiungerebbe anche il suo predecessore. Ovvero quel Maurizio Landini che si spaccia per un ex operaio metalmeccanico.
... Già, perché, suvvia, ha lavorato in fabbrica il Landini?

Ma per favore! Il Landini in fabbrica ci sarà stato giusto il tempo di capire che era meglio andarsene al più presto. Il tempo necessario per capire che piuttosto che lavorare è meglio predicare.
... E urlare, come usa fare quando s'incazza (a favore di telecamera, of course!).

martedì 11 luglio 2017

SERIAL-KILLER

Col caldo che fa, ci mancava solo l'ennesimo idiota che pretende di rimpiangere la dittatura fascista. E che intanto sfrutta la Democrazia per meglio fotterla. 
... Ecco, sì, ci mancava solo il solito ignorante che pretende di poter esprimere le sue idee (poche, ma confuse), e intanto manifesta schifo per quella Repubblica che lo lascia delirare (e che gli consente di offendere la memoria dei tanti che hanno dato la loro vita per la nostra e sua Libertà).

Un tempo lo scemo del villaggio si rendeva ridicolo e basta, oggi invece Gianni Scarpa, (titolare della cosiddetta "spiaggia fascista di Chioggia"), diventa famoso e passa alla Storia.
... Perché a "casa sua" (lui chiama così il luogo pubblico dove predica e inneggia al Duce), a casa sua, dicevo, il meschino pensa di poter fare quel che più gli piace.

Con sprezzo del pericolo (e soprattutto del ridicolo), il bulletto espone anche 
la foto di un bambino che dice: "Nonno Benito, per un'Italia onesta e pulita torna in vita", poi sproloquia un po' contro Papa Francesco ("Lui vuole costruire ponti e non muri? Gliene costruiamo uno noi da Roma a Buenos Aires, così lo rispediamo da dove è venuto"), e magari imita Duterte. "Voi sapete che io sono per lo sterminio totale dei tossici. Di conseguenza penso che è meglio che girino molto al largo da qui. Chi viene qui sa come la penso io... se vuole viene se vuole non viene e io me ne frego... Perché qui dentro voglio gente educata ".

Pensa, il cafone, di potercela raccontare come piacerebbe a lui. Ma i fatti parlano chiaro, e i crimini del fascismo (che spediva in Germania, cioè ai forni, intere famiglie), non possono essere spacciati per semplici "errori".
... Ed è inutile che il tapino si sforzi di "menare il can per l'aia". Perché chi uccide (o fa uccidere) un uomo, è un criminale. E chi uccide (o fa uccidere) così tanta gente (peraltro dopo averla derubata di tutto), è un serial-killer. E questo sia che si chiami Stalin, sia che si chiami Benito. 

domenica 7 maggio 2017

AL SEGGIO COME A SANREMO

Quante volte ancora mi tocca sentir dire – perfino dalla “accozzaglia” che ha votato “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre - che gli ultimi governi (e ovviamente anche Renzi) non sono mai stati eletti dagli italiani? Inoltre: con che faccia certi imbecilli dicono che il primo governo abusivamente insediato sarebbe stato quelli di Monti?
… Ma soprattutto, con che coraggio lasciano intendere che l’ultimo “legittimo” governo sarebbe stato quello di Sua Barzelletta Silvio Berluska?

Forse bisogna che agli italiani vengano finalmente spiegate alcune cosette. Intanto: la nostra non è una Repubblica presidenziale, perciò noi non votiamo i presidenti (la Costituzione prevede che presidente della Repubblica, del Senato, della Camera, e del Consiglio, sono votati dal Parlamento).
… E in effetti la nostra è una Repubblica parlamentare. Lo dice la parola: noi nominiamo il parlamento che poi deleghiamo a votare al nostro posto (e il parlamento, quando Berluska non è riuscito a produrre una maggioranza, ha votato anche Matteo Renzi, che sarebbe ancora al suo posto se non avesse ritenuto opportuno – per coerenza a quanto aveva improvvisamente dichiarato – dimettersi!).

La “accozzaglia” che il 4 dicembre ha fatto votare “No” al referendum costituzionale (in teoria per difendere la Costituzione così com’è), dovrebbe provare a riflettere un pochettino. Dovrebbe tenere presente cosa stabilisce il nobile testo che hanno sfruttato, e strumentalizzato, a mo' di paravento (e dietro al quale hanno nascosto la loro paura di perdere poltrone e privilegi!)
… E poi, magari, questi furboni dovrebbero cominciare a raccontare agli italiani come stanno davvero le cose. Anziché stordirli con teorie complottistiche, superstiziose, e false.

Gli italiani sono fuori strada quando votano e poi si chiedono ingenuamente: "Chi ha vinto?".
... La verità bisognerà dirgliela, prima o dopo. E la verità è che la politica è una cosa seria, non è come il Festival di Sanremo (dove peraltro vincono in tre, e non è nemmeno detto che poi vendano i dischi!).

La politica, che ci piaccia o meno, non è Sanremo. E in effetti essere il partito più votato significa poco, perché "arrivare primi" (se poi non si riesce a formare una maggioranza stabile), è come vincere una battaglia e poi perdere la guerra. Ed è stato appunto questo il guaio di Berlusconi (perché farsi votare è relativamente facile, ma poi bisogna saper governare, ed è lì che ti voglio, caro il mio kazzaro!).
... Pertanto: chi dice che Renzi non è stato votato da nessuno (magari lasciando intendere che Berluska invece lo era), sbaglia clamorosamente. Diciamo che - politicamente parlando – chi parla in questo modo è un perfetto analfabeta. Senza offesa, né!

lunedì 10 aprile 2017

IL LUPO E L'AGNELLO

La foto di Berlusca che allatta l'agnellino col biberon, mi ha ispirato, su Twitter, un cinguettio. Questo:
Ma 'sto #Berlusconi che a #Pasqua si finge pro #animalisti, é il piduista zio di #RubyMubarak ke ieri al #McDonalds sputava sui clandestini?