sabato 13 giugno 2015

MICROINNESTI

LUCA ZAIA, il leghista “dal volto umano”, nel 2011 (quando al governo c’era Berluska e ministro dell’Interno era l’altro leghista Roberto Maroni), ci aveva proposto di ospitare i profughi a casa nostra. Sì, proprio lui, Luca Zaia, e non la Alessandra Moretti (che aveva subito smentito di aver appoggiato un simile invito, ma inutilmente perché molti veneti rancorosi e superstiziosi preferivano immaginarla scemotta e preoccupata solo di depilarsi i baffi).

ORA, SAREBBE IL CASO di precisarlo a tutti i fessacchiotti che in questi giorni stanno mettendo i sacchi di sabbia alla finestra: non è il caso di strapparsi i capelli, o di stracciarsi i vestiti, perché la scabbia si può curare facilmente. Invece sono molto più pericolose le ossessioni, le superstizioni, le fobie, e quella paura del babàu creata ad arte dai politici per distrarci dai problemi che non riescono a risolvere (problemi che spesso hanno creato loro stessi, ad esempio andando a bombardare l’Iraq, oppure tradendo i patti ignobilmente stretti con Gheddafi, ecc.).
La Lega è maestra in questo schifo. E il cattolico Luca Zaia non sfugge a questa vecchia tradizione di partito. Per questo il “Corriere del Veneto” ha ricordato cosa aveva dichiarato nel 2011 “er pomata” (questo il nomignolo con cui veniva chiamato un tempo, per via dei capelli sempre impomatati).


PRATICAMENTE LUCA ZAIA nel 2011 aveva lanciato questo proclama: “Se ci sono associazioni o privati disposti ad ospitare i profughi libici ce lo segnalino, si facciano avanti. Tra le varie opzioni al vaglio per affrontare l’emergenza c’è anche l’ipotesi di microinnesti in appartamenti di cittadini, in comunità protette o in strutture gestite dal volontariato”.
… Ecco, all’epoca parlava di microinnesti, perché diceva che i veneti sono buoni di cuore e non negano un bicchiere d’acqua a nessuno. Poi però sono cambiati i tempi. E le bandiere, si sa, girano secondo il vento.

Nessun commento: