martedì 22 luglio 2014

IL RITORNO DEL DINOSAURO

Anche se può apparire bizzarra e assurda, va sicuramente rispettata la sentenza che in appello ha assolto Silvio Berluska (già condannato in primo grado – bisogna ricordarlo – per concussione e prostituzione minorile). Per capire meglio, toccherà attendere ancora, almeno fino a quando non potremo leggere le motivazioni (che comunque potranno essere nuovamente ribaltate in un terzo giudizio: alééé!).
... In ogni caso, a prescindere da quanto è accaduto (e da quanto potrebbe accadere), una cosa è chiara come il sole: se un Presidente del Consiglio - che è pur sempre la terza carica dello Stato - di notte telefona ad un pubblico funzionario per chiedere con tanta insistenza che ad una ragazza venga assicurata qualche particolare attenzione, nel poveretto che riceve la telefonata scatta quella cosiddetta “sudditanza psicologica”, che gli impedisce di agire come vorrebbe o come dovrebbe. E questa, che lo si voglia o no, è concussione.

Per carità, si potrà discutere se è concussione per costrizione, per induzione, per frustrazione o per "quel-che-ti-pare", ma sempre concussione è.
... Inoltre: anche se questo fatto non costituisse reato (magari perché nel frattempo la legge è stata cambiata e tutto è diventato confuso), resta che in tutto il mondo civile tale comportamento sarebbe considerato scandaloso. Punto e a capo.

Se al Berluska piacciono i bunga-bunga con schiere di trenta ragazze per volta (tra le quali escort e minorenni che neppure conosce e che lo registrano di nascosto per poi ricattarlo), sono fatti suoi. Basta che poi non sfrutti le sue eventuali cariche per meglio incantarle, infinocchiarle, zittirle. E, beninteso: purché tutto ciò non possa recare danno alla collettività.
... Dopo di che: nulla da ridire se la Minetti (nominata da Berlusconi, e però effettivamente pagata da noi contribuenti), si dilettava ad organizzare per il Premier festicciole e spettacolini (con ragazze travestite da poliziotte, infermiere, suore, nipotine di zio Paperone o nipotine di Mubarak). In fondo, ma chissenefrega!

Casomai il problema (grave, molto grave), sorge quando Berlusconi pretende di trasferire questa specie di teatro Bagaglino nel pubblico, e perfino di riproporlo in Europa.
... Perché, insomma, in tutto ci vuole un minimo di buon senso. E perché, come disse quell’altro: «Anche Mussolini andava a puttane, ma non le nominava ministre o deputate!» (Per dire che Mussolini, almeno, sapeva distinguere tra quel che poteva avvenire sotto le lenzuola e quel che doveva avvenire appena scesi dal letto!).

In questo frangente dell’attuale assoluzione di Berluska, il Partito Democratico ha tutto l’interesse a non commentare. Magari con la scusa che bisogna rispettare la “separazione dei poteri”. Almeno fino a quando l’ex Cavaliere avrà contribuito a far passare le riforme di Renzi (il partito di nonno Silvio resta tra i più votati, non si può riformare niente senza il loro appoggio!).
... Ma subito dopo, accidenti, potremo ricominciare a dire chi è realmente zio Silvio, il padrone di Dudù. Ovvero: l’uomo che – a prescindere da quel che dicono le sentenze - voleva punire i clienti delle prostitute e poi si portava in casa le escort, l’uomo che voleva difendere la democrazia e andava a bombardare l’Iraq, l’uomo che voleva difendere le radici cristiane e poi organizzava i bunga-bunga, l’uomo che voleva cacciare i clandestini ma poi telefonava in questura perché venisse rilasciata la sua minorenne marocchina senza fissa dimora e accusata di furto.

Ma certo, la famosa Ruby, rilasciata nottetempo, per giunta affidandola alla Minetti (buona, quella! Una che portava le sua amiche alle “cene eleganti” di Berlusconi e prima spiegava alle sprovvedute com’era la scena.
... Come da arcinota intercettazione: «… La "desperation" più totale… detto fuori dai denti ci sono varie tipologie: c'è la zoccola, la sudamericana che non parla l'italiano e viene dalle favelas, e ci sono io che faccio quello che faccio. Tu fregatene…, sbattetene il cazzo, e via andare!».


domenica 6 luglio 2014

LA FOGLIA SUL PISELLO

Quando si è realmente democratici, non ha molto senso specificare che si è anche antirazzisti. Perché dovrebbe essere una ovvietà, questa (visto che una persona realmente liberale e progressista non può nutrire certe balzane idee!).
... Per questo, quando una persona di sinistra con tanta enfasi e insistenza si proclama antirazzista, io ne deduco che nei fatti, probabilmente, non lo è. E ne deduco che appartiene casomai a quella sinistra imbecille, troglodita, e antidemocratica che ha nei confronti dei migranti un tono schifosamente paternalistico (quell'atteggiamenteo fondamentalmente razzista che offende per primi proprio loro). E il perché è ovvio: si è paternalisti con i bambini, con chi ha un handicap psichico, o con chi si reputa comunque inferiore, non con qualcuno a cui si riconosce la nostra stessa dignità!


La cosa assume toni grotteschi quando entrano in campo i diritti religiosi. Succede, infatti, che certi atei di sinistra - in quanto indifferenti alla Fede - non riescono a cogliere i grandi valori (e quindi anche i gravi limiti), di certe religioni.
... E conseguentemente a tutto ciò hanno il vizietto di considerare le varie usanze tribali alla stregua di tanti handicap che vanno tutelati con regole e concessioni specifiche. Come se si trattasse della gentile concessione di chi si sforza di essere comprensivo e tollerante perché ritiene inconsciamente di essere culturalmente superiore a quei poveretti - pensano questi atei - che si ostinano a credere nell'essere immaginario chiamato Dio. E il risultato finale è che, praticamente, essere islamici dovrebbe - secondo queste anime belle - procurare un qualche punteggio d'invalidità: ma per favore!


L'ateo e sedicente antirazzista Nicola Atalmi (responsabile per la sicurezza e per l’immigrazione della Cgil provinciale di Treviso), ha proposto che in fabbrica siano riconosciute delle facilitazioni a quei lavoratori musulmani che, volendo seguire il Ramadan, non assumono cibo e acqua dalle 5 del mattino alle 10 di sera (come prescritto dalla loro religione).
... Ma gli ha subito risposto Andrea Guarducci, anche lui della Cgil: «E’ demagogia. Si rischia di dare spazio a integralismi. Si potrebbero avere ebrei che rifiutano di lavorare il sabato o cattolici che disertano i turni la domenica».


Pensandoci bene: mi rendo conto che io, se avessi voglia di andarmene in giro col pisello al vento (magari per il caldo), non dovrei far altro che inventarmi una nuova religione. Potrei dare il via ad una dottrina che mi obblighi a seguire il look che il buon Dio aveva stabilito per Adamo ed Eva quando erano nel giardino dell'Eden. Eventualmente (se mi accorgessi di non avere granché da esibire), potrei sempre ricorrere ad una fogliolina di fico da applicare sui paesi bassi: alééé!
... Poi mi piacerebbe vedere se Nicola Atalmi (e tutti quei finti antirazzisti che difendono il burqa, e tutte le altre minchiate), verrebbero a difendere anche i miei, di principi religiosi! Vorrei vedere se oltre al "fratello rom", al "fratello nero", e al "fratello islamico" (che probabilmente si offende perché considera "fratelli" solo i suoi correligionari), questi presunti antirazzisti difenderebbero anche un "fratello" naturista che - per motivi di fede, s'intende - si presenta in fabbrica col batocchio bene in vista.