venerdì 25 aprile 2014

VENETO DI ROTATORIE

A certi miei corregionali veneti (specialmente a quelli che urlano e chiedono la secessione dall'Italia), bisognerebbe parlare un po’ di ambiente.
... Tutta questa gente, fin qui, si è preoccupata solo di aprire capannoni e cementificare il più possibile. Talvolta immaginando che fosse possibile improvvisarsi imprenditori senza aver mai letto un libro (sempre e comunque bypassando il sindacato, e senza sapersi esprimere nella lingua nazionale).

E così: l’unico vero, concreto, e duraturo “miracolo del nord-est”, è stata la proliferazione nelle strade del Veneto di tante microscopiche rotatorie.
... Già, le graziose rotatorie del nord-est, dove i veneti possono girare intorno intorno, continuamente, fino a quando si sentono girare la testa e decidono dove finalmente vogliono andare!

Bisogna anche ricordare che in tutti questi anni di allegra schizofrenia, fregandosene regolarmente dell'ambiente (e pensando solo ai "schei"), i veneti, quando c'erano le elezioni, trovavano più comodo salire sul carro del vincitore.
... E infatti, quando si recavano alle urne, votavano di volta in volta per i democristiani, per i leghisti, per i grillini, o per quegli ubriaconi dei “serenissimi” (in parole povere: per tutti i buffoni e gli incantatori di serpenti che promettevano i miracoli senza combinare mai una mazza).

domenica 6 aprile 2014

CON KI VA LA SECESSIONE?

A proposito dei secessionisti veneti, che adesso si fingono pacifisti (dopo aver seminato odio e rancore). E soprattutto a proposito di Franco Rocchetta (ex Liga Veneta ed ex sottosegretario del primo governo Berlusconi, che adesso si atteggia a nonviolento): è una domanda terribilmente inquietante, quella posta (su "Il Fatto Quotidiano"), da Gianni Barbacetto.
... Che ha voluto chiedere e chiedersi: «Chissà se aveva già idee secessioniste, Franco Rocchetta, quando nell'aprile 1968 salì sul pullman che lo portò nella Grecia fascista dei colonnelli. "Viaggio premio" con incontri di Stato, in compagnia di personaggi come Pino Rauti, Mario Merlino, Stefano Delle Chiaie. Tutta gente che negli anni successivi ebbe qualche ruolo, nell'Italia di piazza Fontana e dei tentati golpe neri».