domenica 24 novembre 2013

IL SANGUE DEL MILAN

  I tifosi del Milan, delusi e inkazzati come non mai, hanno preteso di incontrare i giocatori della loro squadra. E quando si sono trovati davanti ad Abbiati e al cristianissimo Kakà (i soli che hanno avuto il coraggio di presentarsi all'appuntamento), sono stati categorici: «Il primo che becchiamo in un locale alle 6 del mattino fa una brutta fine. Chi gioca per il Milan deve sputare sangue per la maglia!».
... Ecco, adesso capisco perché l'Italia non vincerà mai la guerra. Succede perché gli italiani, invece di affrontare i problemi veri, stanno a pettinar le bambole. Giocano a freccette, oppure stanno a pregare Padre Pio, oppure si ubriacano coi discorsi del pagliaccio di turno (l'ultimo della lista: Beppe Grillo), oppure mandano la testa nel pallone (nel senso che si angustiano più del calcio che del futuro dei loro figli).

Mai che vogliano crescere 'sti italiani. Mai che vogliano pensare alle cose serie. Pure i milanisti: si arrabbiano coi giocatori, e pretendono che i loro beniamini vadano a letto presto alla sera (certo, sennò addio risultati). Però, quando devono andare a votare, questi esaltati votano per il Berluska, solo perché il delinquente ha regalato loro il giocattolo.
... E non gli chiedono mica di fare il serio! No, al piduista senza prostata (famoso in tutte le galassie per i bunga-bunga e per Ruby nipote di Mubarak), non hanno mai ordinato di comportarsi come si deve. Neppure quando Sua Barzelletta se ne andava in giro per il mondo a ridicolizzare il nostro Paese. Dopo averlo squinternato oltre ogni limite.

domenica 10 novembre 2013

COSTITUZIONE TRADITA


Il quotidiano dei vescovi italiani ("L'Avvenire"), ha preso le difese della Cancellieri. E ha bacchettato quei giornalisti che - dimostrando di non conoscere quella Costituzione italiana che dicono di amare tanto - hanno chiesto con tanta insistenza le dimissioni della ministra. 
... Il rimprovero era rivolto soprattutto a quelli del quotidiano "Il Fatto". Per aver loro trovato scandaloso - sulla base di una intercettazione "illegalmente ottenuta" - che ad una signora che si trovava in attesa di giudizio (Giulia Ligresti, "presunta innocente" almeno fino a prova contraria), venissero riconosciuti i suoi diritti.


Dall’articolo “Costituzione Dimenticata”
(di Marco Olivetti, per “L’Avvenire”)

«… Si può già dire che la stimabilissima attenzione, persino umanamente appassionata, di Anna Maria Cancellieri al tema delle condizioni dei carcerati non è un mistero: sono proprio le cronache dei giornali ad averne dato a più riprese ampia testimonianza […]. 
... Concentrandosi solo su questo punto, vi è però il rischio di non cogliere l’essenza della questione. La quale sta invece in questi termini: intervenendo a favore di Giulia Ligresti, il ministro Cancellieri ha chiesto che fosse concesso alla persona detenuta ciò che – per la nostra legge – non le spettava o, al contrario, ha chiesto di valutare se le potesse essere riconosciuto ciò che era dovuto in quel caso specifico? […]. Per rispondere a questa domanda, oltre al principio della dignità umana dei detenuti, si deve invocare la vexata quaestio dell’abuso della carcerazione preventiva […]. La signora Ligresti, infatti, non era in carcere per espiare una sentenza passata in giudicato, ma era in attesa di giudizio. Essa, dunque, per la nostra Costituzione era, ed è, presunta non colpevole […]. Invece accade che un quotidiano italiano, nel pubblicare una intercettazione illegalmente ottenuta, trascuri del tutto questo essenziale problema e chieda le dimissioni del ministro. Se poi si considera che quel quotidiano è in prima fila nella battaglia del fondamentalismo costituzionale, che si oppone a ogni riforma in nome della mitica "costituzione più bella del mondo", viene da chiedersi se di tale concezione della Costituzione facciano ancora parte i diritti di libertà fondamentali (libertà personale e di corrispondenza) che proprio la Carta del 1947 (il suo testo scritto, non le riletture sessantottarde di essa) mette all’inizio dei diritti e doveri dei cittadini…».

La storia della Cancellieri (e i video che sono su YouTube), parlano chiaro: lei è abituata a parlare (e magari a telefonare), a tutte e tutti. Soprattutto agli scocciatori. con l'intento di "toglierseli dai piedi".
... Magari aveva lo stesso proposito anche quando ha telefonato a Giulia Ligresti, promettendo un aiutino che poi non si è visto proprio.

domenica 3 novembre 2013

SE TELEFONANDO

Succede anche questo: che i berlusconiani vanno in televisione e paragonano le telefonate della Cancellieri (a Giulia Ligresti), con quelle di zio Silvio (che telefonò in questura per salvare il culo alla sua amichetta “Ruby Mubarak”).
… E intanto, nel web si fa a gara a sparare sulla ministra, offendendola prima ancora che possa aver riferito in Parlamento. Del resto riflettere e informarsi è faticoso. Molto meglio pigiare sul “condividi” o sul “mi piace”. Gli idioti trovano che c’est plus facile!


Ovviamente, su Facebook (e ovunque), ho sentito di dover commentare anch'io i post contro la ministra Cancellieri

«Non mi risulta (non ancora), che nel comportamento della ministra Cancellieri ci sia qualcosa di riprovevole. Direi che prima di sputare, scatarrare, e offendere (alla ca**o di cane), bisognerebbe lavarsi la bocca per benino. Magari sarebbe cosa buona e giusta informarsi prima di buttare merda, inoltre suggerisco di aspettare che lei possa rispondere in Parlamento. Nei paesi civili si usa così, ma capisco che il Berlusconismo ha traviato tanta italica “ggente” (che in Italia era già stupida di suo, e che sul web ha imparato a offendere una donna perfino per la sua presunta bruttezza o per la presunta sgradevolezza della voce, dandole addirittura della “t***a”!).
... Chi ha contribuito a scatenare questa polemica (cliccando sul “mi piace” e rilanciando i post in cui si colpevolizza la ministra, dovrebbe farsi un esame di coscienza. Ad avercela, ovviamente!

Alcune parole dette in privato dalla Cancellieri (nelle intercettazioni che sono state pubblicate sui giornali), possono effettivamente risultare sgradevoli alle nostre orecchie. Ma noi magari faremmo di peggio se dovessimo parlare(privatamente), con una amica che si ritrova coi familiari tutti in prigione! Peraltro: non risulta (non ancora), che la ministra abbia fatto pressione alcuna. Sollecitare provvedimenti in armonia con la legge è perfettamente lecito. E non sappiamo fino a che punto le sue parole nascevano da convincimenti veri (magari erano parole in qualche modo "di circostanza", vedendosi lei costretta a confortare una donna che conosceva da tanti e tanti anni).
... D'altra parte, la Cancellieri si è sempre mostrata disponibile ad atti di clemenza nei confronti dei carcerati. Nulla di strano che abbia voluto informarsi anche di una vecchia conoscenza, e certo non aveva potuto precedentemente occuparsi di Stefano Cucchi (all'epoca in cui era in carcere lei non era ministro, volete ficcarvelo in testa finalmente?). Ma capisco che i forcaioli e il popolo bue in genere sa solo starnazzare, invidiare, e fare di ogni erba un fascio.


Il confronto con la telefonata di zio Silvio alla questura, poi, avrebbe senso se la ministra si fosse inventata qualche bugia colossale (ad esempio se avesse detto che la Giulia Ligresti era la nipote di Mubarak, magari paventando possibili incidenti diplomatici). Invece risulta (da quanto ha affermato Gian Carlo Caselli), che tutto è avvenuto nel rispetto delle regole perché NON CI SAREBBE STATA ALCUNA PRESSIONE su chi doveva decidere.
... Inoltre, anche il figlio della Cancellieri non si capisce cosa c’entri in questa polemica. Si è licenziato da tempo, non risulta essere complice di alcunché, casomai lui è tra gli accusatori dei Ligresti (ricambiato con disprezzo da loro, come si evince dalle intercettazioni). E dunque riflettete tutti prima di correre alle conclusioni, E vergognatevi.