lunedì 15 luglio 2013

L'ETICA DEL DUBBIO

Gli ammiratori di Zagrebelsky sono rimasti molto delusi quando il costituzionalista ha spiegato di essere contrario a dichiarare Berlusconi (sulla base di una vecchia e obsoleta legge del ’57), “ineleggibile”. Davano per scontato, costoro, che uno come lui la pensasse  (su questo argomento), in maniera esattamente opposta.
... Evidentemente questa gente è abituata a pensare in modo molto schematico. Evidentemente questi miserelli hanno imparato a memoria una poesia, senza neppure sforzarsi di capirla, e si confondono se qualcuno dei loro maestri mette in discussione la rima, il verso, l'interpretazione che va per la maggiore. Insomma, li sconcerta chi mette in discussione l'impianto ideologico che è stato loro inculcato.

Ad ogni modo, a questi poveretti conviene rassegnarsi. Perché non c’è niente di stabilito una volta per sempre, e le idee non si possono ingabbiare. Anzi, al contrario: più uno è intellettualmente onesto, e più sarà propenso ad uscire dai confini stabiliti. Per dire: una comunista "dura e pura" (ad esempio Margherita Hack), può essere pro-nucleare. E infatti lo era. Un giornalista ebreo (ad esempio Gad Lerner), può trovare interessante il Vangelo. Un cardinale (Carlo Maria Martini), può provare comprensione per chi ricorre all'eutanasia. E le persone davvero amanti del Progresso imparano subito che bisogna continuamente mettere in discussione i dogmi e le vecchie soluzioni.
… Perché la democrazia (per essere sempre al passo coi tempi), ha bisogno di essere continuamente stimolata dai dubbi. Invece le certezze (tutto ciò che è prevedibile e diamo per scontato), possono solo sclerotizzare il cervello e bloccare il Progresso. Esattamente come i luoghi comuni e i pregiudizi.


Per questo io, pur non avendo una idea precisa sulla presunta "ineleggibilità" del Caimano (a naso direi che invocare una legge tanto vecchia equivale a fomentare la guerra civile tra berluscones e anti-berluscones), per questo, dicevo, accolgo le parole di Zagrebelsky con simpatia. A prescindere.
... Ed è penoso vedere, nel frattempo, con quanta sicurezza certi sprovveduti si appellano a qualcosa che è stato pensato e scritto così tanti anni fa, in una situazione completamente diversa da quella attuale (e dunque con tutt'altre intenzioni rispetto a quelle che oggi noi vorremmo immaginare).

In effetti, con un discorso che non gli avremmo mai attribuito, Zagrebelsky ha contribuito a "mischiare le carte".
... Tutta salute, in una Italia dove gli elettori parlano (e bestemmiano) per "partito preso"!

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