domenica 26 maggio 2013

LA BALLA DI RODOTA'

Non se ne salva uno, tra gli artisti cosiddetti "impegnati". Adesso anche il cantante Antonello Venditti ha cambiato partito, e si vanta di sostenere il movimento di Beppe Grillo. Dice di non poter sopportare il nuovo governo guidato da Enrico Letta, e lascia intendere che sono state proprio le sue idee di sinistra che lo hanno costretto a cambiare registro (e ad accusare il partito nel quale si riconosceva fino a poco tempo fa).
… E infatti, durante una intervista al quotidiano “Il Messaggero”, Venditti ha spiegato la confusione politica del momento con queste assurde parole: «La responsabilità di questa situazione è certamente del Pd che, non votando Rodotà come presidente della Repubblica, ha impedito qualsiasi avvicinamento al movimento 5 Stelle».

Ora, qualcuno dovrebbe spiegare a Venditti che un partito serio come il Partito Democratico non poteva votare nessuno (neppure Rodotà), a “scatola chiusa”. Perché, fra l’altro, la Presidenza della Repubblica non è una sorta di “premio alla carriera”.
... A un comico rancoroso come Grillo sarà anche consentito organizzare una sagra paesana che poi chiama “Quirinarie”, ma in democrazia  ci si aspetta che le cose si facciano un po’più seriamente. Perché, insomma, la Gabanelli avrà fatto tante importanti inchieste, e Gino Strada sarà pure in odore di santità, ma non per questo li si può ricompensare regalando loro il Quirinale! Idem per Rodotà, che dopo una vita passata a sinistra non si è stupito di essere passato dalla “black list” dei pensionati d’oro (pubblicata da Grillosul suo blog), alla lista dei “quirinabili” (preparata in quattro e quattr’otto sempre dalla ditta Casaleggio).

Solo alla fine della fiera abbiamo capito che le misteriose quirinarie erano una buffonata organizzata senza alcun criterio (candidare qualcuno senza prima verificarne la disponibilità semplicemente non ha senso). Peraltro: il“garante” Rodotà (che in passato aveva messo in guardia dai pericoli del grillismo), durante le quirinarie non ha speso una parola per dissociarsi da chi lo contrapponeva a Franco Marini (suo collega e coetaneo, visto che entrambi sono nati addirittura nel ‘33).
... Inoltre Rodotà non ha smentito la favola odiosa che voleva lui rappresentante dell’anticasta, e Marini rappresentante della “vecchia classe politica”.

In ogni caso, il Partito Democratico non poteva candidare Rodotà senza prima tastargli il polso, e d’altra parte non poteva in alcun modo contattare e trattare con un uomo ormai irriconoscibile e indecifrabile (non avrebbe potuto farlo neppure per chiedergli se aveva deciso di cambiare le sue idee, o se aveva semplicemente cambiato schieramento).
... Non avrebbe potuto fare nulla di tutto questo per il semplice motivo che a quel punto Grillo avrebbe fatto una scena di gelosia, e si sarebbe lamentato subito per “l’invasione di campo”, magari gridando al complotto.

Beppe Grillo a suo tempo aveva spiegato che bisognava mettere sotto accusa “tutti i segretari del Partito Democratico dal ‘95 a oggi”. Resta da capire se secondo lui, fino al ’94, erano tutti immacolati. In ogni caso, il primo presidente del Pds (almeno fino al ’92), fu proprio Rodotà. Che ha costruito la sua splendita carriera fin dai tempi del Pci. E dunque il "garante" non può essere considerato – politicamente parlando - un verginello!
… Ma in realtà Grillo tutto ciò lo sa benissimo. Anche se probabilmente i suoi ragazzi ignorano questo e molto altro (visto che sono quattro dilettanti allo sbaraglio!). E, in ogni caso, candidando Rodotà, il MoVimento voleva solo dividere il Pd. Perché a cambiare le cose non ci pensano affatto, e loro amano solo fare chiasso (perché lo spettacolo deve continuare: glielo ha insegnato quel buffone del loro leader!).

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