domenica 8 gennaio 2012

RAZZISTI O PARANOICI?


Un professore ossessionato dal complotto giudaico, che inneggia alle dittature (di destra e di sinistra), può essere considerato un fascistoide e un razzista? Anche se lui desidera essere considerato tale, non potrebbe, più semplicemente, essere un paranoico bisognoso di una bella camicia di forza?
… Su fèisbuk ho voluto commentare il caso di questo poveretto. Di questo Renato Pallavidini, per giunta docente di storia e filosofia in un liceo classico torinese. Di questo disadattato che delirava dicendo di voler ammazzare qualche ebreo, e che adesso è (giustamente), sotto indagine.



   «Mi chiedo se il razzismo non vada affrontato anche con qualche furbizia. Per dire: quando uno delira, forse non è conveniente passarlo per un antisemita. Intanto perché gli si fa un piacere: lui preferisce far credere che le sue sono idee (magari odiose, ma idee), piuttosto di dover ammettere di essere semplicemente un uomo psicologicamente e socialmente inaffidabile!
   Poi, bisogna considerare che questi cialtroni preferiscono far credere che è stato anche l'ambiente a condizionarli in certe loro "sparate" (appunto perché il movente sarebbe il "razzismo", invece che la psicologia del personaggio). E conseguentemente tutti costoro cercano “alleanze” in quelli che manifestano idee simili, sapendo di potendo contare su una marea di gentaglia che non sa distinguere la destra dalla sinistra.
   Peraltro: attribuendo a certi invasati la patente di razzisti, consegniamo ai loro avvocati un "alibi" e molte demagogiche attenuanti (sarà un giochetto sottolineare che effettivamente gli ebrei, i cinesi, i disabili, gli omosessuali, ecc. causano qualche problemino, fomentando il risentimento del popolino!). Se uno non è adatto a fare il suo lavoro lo si licenzi e basta. Se scatena l'odio per i suoi simili gli si sigilli la bocca e basta. Ma non gli si dia una patente "ideologica" che lo renderebbe un martire agli occhi di chi, magari, è razzista solo perché ha letto meno libri di Fabrizio Corona (o perché non riesce a relazionarsi con sua moglie!).
    Che poi: buttarla sempre in politica, farne una questione ideologica, è pericoloso perché innesca una serie di reazioni a catena. E io mi domando, ad esempio, se è più razzista il prof di cui abbiamo parlato sopra, o quei cinesi che in seguito alla rapina a Roma hanno colto l’occasione per parlare male degli italiani.
    ... Come se quei rapinatori (che hanno ucciso il commerciante cinese di Tor Pignattara e la figlia di nove mesi che portava in braccio), avessero agito così per odio agli stranieri! Come se non puntassero invece ai loro soldi! Come se ad uccidere fosse stato un razzista, anziché – più banalmente – un criminale! Che poi, anche in quel caso, se scoprissimo che gli aggressori erano tossici, o rom, o magari cinesi anche loro, come la mettiamo col (presunto) razzismo?».

1 commento:

giovanotta ha detto...

te lo scrivo qua, perché sul primo post non riesco a commentare: ben ritrovato :)
(in merito ai leghisti dico, ma quand'è che si sveglieranno?..)
ciao