lunedì 16 gennaio 2012

LA RIMA CON PADANIA

Cara Lega, spiega ai tuoi militanti (e agli eventuali mili-tonti), dove si trova la Tanzania. Già, la Tanzania, quella che fa rima (ma solo rima!), con Padania.



Con la scusa del federalismo la Lega ci ha chiesto di continuare a darle fiducia. Ma in tutti questi anni non ci ha portati da nessuna parte, si è tenuta poltrone ed alleanze, ha coperto tutti gli sperperi (anche quelli dell’odiata Terronia), e infine ha salvato Nick Casentino. Per giunta dichiarandolo perseguitato politico.
... Ci mancava solo questo scandalo dei soldi investiti in Tanzania, per rendere evidente quel che si doveva capire da tempo: che questi hanno preso in giro prima di tutto i loro elettori.
 


Ecco cosa ha scritto perfino Alessandro Sallusti, sul quotidiano “Il Giornale”.
... Ecco il suo pensiero stupendo sul partito di Umberto Bossi: «C’è la Lega di governo, c’è la Lega di lotta, ora sappiamo che c’è anche la Lega degli affari. Nell’ultimo mese, come abbiamo scritto ieri, il Carroccio ha investito otto milioni di euro all’estero, quattro dei quali in un fondo della Tanzania, rendimento 4’5 per cento, quasi due punti meno dei nostri bot che servono anche a pagare i pensionati e i cassintegrati del Nord. Il gruzzolo dei padani affidato agli immigrati. Un mistero che magari un giorno qualcuno ci spiegherà…».

domenica 8 gennaio 2012

RAZZISTI O PARANOICI?


Un professore ossessionato dal complotto giudaico, che inneggia alle dittature (di destra e di sinistra), può essere considerato un fascistoide e un razzista? Anche se lui desidera essere considerato tale, non potrebbe, più semplicemente, essere un paranoico bisognoso di una bella camicia di forza?
… Su fèisbuk ho voluto commentare il caso di questo poveretto. Di questo Renato Pallavidini, per giunta docente di storia e filosofia in un liceo classico torinese. Di questo disadattato che delirava dicendo di voler ammazzare qualche ebreo, e che adesso è (giustamente), sotto indagine.



   «Mi chiedo se il razzismo non vada affrontato anche con qualche furbizia. Per dire: quando uno delira, forse non è conveniente passarlo per un antisemita. Intanto perché gli si fa un piacere: lui preferisce far credere che le sue sono idee (magari odiose, ma idee), piuttosto di dover ammettere di essere semplicemente un uomo psicologicamente e socialmente inaffidabile!
   Poi, bisogna considerare che questi cialtroni preferiscono far credere che è stato anche l'ambiente a condizionarli in certe loro "sparate" (appunto perché il movente sarebbe il "razzismo", invece che la psicologia del personaggio). E conseguentemente tutti costoro cercano “alleanze” in quelli che manifestano idee simili, sapendo di potendo contare su una marea di gentaglia che non sa distinguere la destra dalla sinistra.
   Peraltro: attribuendo a certi invasati la patente di razzisti, consegniamo ai loro avvocati un "alibi" e molte demagogiche attenuanti (sarà un giochetto sottolineare che effettivamente gli ebrei, i cinesi, i disabili, gli omosessuali, ecc. causano qualche problemino, fomentando il risentimento del popolino!). Se uno non è adatto a fare il suo lavoro lo si licenzi e basta. Se scatena l'odio per i suoi simili gli si sigilli la bocca e basta. Ma non gli si dia una patente "ideologica" che lo renderebbe un martire agli occhi di chi, magari, è razzista solo perché ha letto meno libri di Fabrizio Corona (o perché non riesce a relazionarsi con sua moglie!).
    Che poi: buttarla sempre in politica, farne una questione ideologica, è pericoloso perché innesca una serie di reazioni a catena. E io mi domando, ad esempio, se è più razzista il prof di cui abbiamo parlato sopra, o quei cinesi che in seguito alla rapina a Roma hanno colto l’occasione per parlare male degli italiani.
    ... Come se quei rapinatori (che hanno ucciso il commerciante cinese di Tor Pignattara e la figlia di nove mesi che portava in braccio), avessero agito così per odio agli stranieri! Come se non puntassero invece ai loro soldi! Come se ad uccidere fosse stato un razzista, anziché – più banalmente – un criminale! Che poi, anche in quel caso, se scoprissimo che gli aggressori erano tossici, o rom, o magari cinesi anche loro, come la mettiamo col (presunto) razzismo?».

mercoledì 4 gennaio 2012

SIGNORINI ANTIDROGA

Il berlusconismo sarà anche finito (forse), ma i servi del Cavalier Patonza non ce li siamo ancora tolti dalle palle. Alfonso Signorini è uno di questi: lui ancora adesso si vorrebbe spacciare per un bravo ometto, e infatti si scandalizza quando al “Grande Fratello” i ragazzi sembrano cercare il “sesso senza il sentimento”.
... Eppure a suo tempo non ha mai detto niente sui bunga-bunga del suo amichetto Berluska!



A proposito di Signorini. Il sito di Roberto D’Agostino (Dagospia), ha pubblicato una mia lettera su questo ruffiano dall'aria birichina. Così titolandola: "Signorini antidroga".

    «Cara Dagospia,
Alfonso Signorini, gran cerimoniere di Berluska, voleva che Kiran (un partecipante al “Grande Fratello” con un passato di tossicodipendenza), spiegasse agli italiani che la droga fa schifo. Come se non fosse chiaro che il ragazzo ne ha parlato come di una storia dolorosa.
… Io, invece, vorrei che Signorini spiegasse agli italiani che la cocaina di Tarantini (altro amico di Berluska), faceva anche più schifo. Per non parlare della cocaina trovata nell'auto di una olgettina amichetta del piduista».

                                                       Natale Pellizzer