sabato 29 ottobre 2011

GRILLO GO HOME

Se Cirino Pomicino è riuscito a far balbettare perfino i grillini, vuol proprio dire che non c'è speranza (e che siamo decisamente nella merda).



I grillini (che si sentono invincibili quando sono in rete), perdono tutto il loro smalto appena accettano un confronto civile con gli avversari. 
... Del resto anche Beppe Grillo è capace di stupire (ed è divertente), solo quando si trastulla nei suoi rancorosi monologhi. 

Da piegarsi per le risate: Cirino Pomicino (a La7, durante il programma “In Onda”), è riuscito a far balbettare perfino i rappresentanti del movimento 5 stelle. E infatti, quando il vecchio democristiano ha chiesto di capire come loro formano le loro liste, questi bambini viziati e presuntuosi hanno risposto come han potuto. 
... Cioè praticamente col silenzio, visto che , con sprezzo del pericolo e del ridicolo, hanno spiegato che loro non avevano accettato il confronto in televisione per parlare con gli altri ospiti, ma casomai per potersi presentare ai cittadini (evviva la franchezza!).
 
Vabbé, questi vogliono solo farsi pubblicità. Ma resta il fatto che anche i politici della prima repubblica sono cittadini (e non li si può ignorare). 
... E resta il fatto che i replicanti di Beppe Grillo non hanno voluto aprire bocca neppure quando è stato loro chiesto di rispondere alle critiche degli ex grillini (che in internet lamentano la mancanza di democrazia interna al movimento, e la poca trasparenza sulle riunioni in cui si decidono le strategie da adottare).

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domenica 23 ottobre 2011

PENSIERINI SPARSI


Pensierino agnostico. 
Magari Dio esiste, ma non segue il calcio. Sul settimanale “SportWeek”, si sono fatti la domanda e si sono dati la risposta: «Gli “Atleti di Cristo”, forti della loro Fede, sono migliori di altri a giocare a pallone? […]. La Fede aiuta a fare carriera? No, per un Cavani o un Lucio ci sono molti altri “Atleti di Cristo” che sembravano destinati alla gloria e oggi vivacchiano sui campi minori».

Pensierino allarmato 
Berluska, quando viene intercettato, parla proprio come i Black Bloc. Speriamo, almeno, che il suo costituendo partito di "Forza Gnocca” non abbia nel programma quanto il Premier ha spiegato all’amico Walter Lavitola: «Facciamo la rivoluzione, ma vera, portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di Giustizia, assediamo “Repubblica”…».

Pensierino caudillo
Gli amici li vedi nel momento del bisogno (ma soprattutto dopo, quando non hai più né vita né speranza). E quel cialtrone di Hugo Chavez, è sempre coerente nella sua idiozia. Alla morte dell'amico Gheddati ha dichiarato: «Entrerà nella storia come martire. Un grande combattente, un grande rivoluzionario».

Pensierino doveroso
Rispettiamo i morti, ma anche la verità, se possibile. Mario Cervi sul “Giornale” ha spiegato chi era Carlo Giuliani. E l’ha detta tutta: «Anche Giuliani era un violento. Chi lo santifica sta con i black bloc […]. Carlo Giuliani aveva la mentalità, le pulsioni e le intenzioni di quegli stessi che hanno messo a fuoco e fiamme il centro della capitale. Genova come Roma…».


LA TERRIBILE FINE DI GHEDDAFI

domenica 16 ottobre 2011

LA PIAZZA SENZA CAPI

Fare gli indignados è doveroso, ma non basta. Andare in piazza e urlare può essere necessario (ma da evitare se le idee sono poche e pure confuse). E invece vantarsi di non avere leader, organizzazione, e programma, è da deficienti (il risultato si è visto: gli infiltrati ti rovinano la festa)


Non affiderei l'Italia a dei giovanotti che urlano a squarciagola ma non sanno organizzare neppure una manifestazione. Che poi, un certo spontaneismo e una certa raffazzonata antipolitica, sono il terreno e l'humus dove i violenti si infiltrano perché si sentono a loro agio. Soprattutto se – a parte la rabbia, che sembra abbondare tra gli indignados - c'è poco altro di memorabile (le idee sul da fare sono poche e pure confuse, tra di loro).

Gli indignati, per quanto pacifici, sono così sciocchi da vantarsi di non essere "organizzati". E si direbbe che considerano un merito il fatto di non avere un leader. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: senza un minimo di criterio e di programma c'è tutto lo spazio per l'anarchia e per gli infiltrati. Prendano dunque atto, questi giovani ingenui, del fatto che la politica (come i poliziotti e le banche), sono indispensabili. Non conviene a nessuno alimentare un odio cieco e ottuso. Altrimenti, quando tutto viene lasciato alla piazza e agli umori della "ggente", può succedere quel che è successo. Dopo, è inutile piangere sul latte versato.

A proposito di latte versato: Heidi Giuliani (madre del più famoso Carlo), di fronte alle scene degli scontri a Roma ha esclamato: «Oh, no, di nuovo!». E invece suo marito Giuliano: «Si deve rispondere a una domanda più che legittima: perché non li hanno fermati?».
... Già, ma si potrebbe chiedere anche ai genitori di questi ragazzi (e ai genitori di Carlo Giuliani) la stessa cosa: perchè questi giovinastri non sono stati fermati dai loro genitori, magari provando ad educarli meglio?

Frattanto, a qualcuno bisogna togliere il vino. Giampaolo Pansa, sulle pagine di "Libero", ha scritto che i Black Bloc sono «una nostra vecchia conoscenza». A suo dire sono figli del '68 (ti pareva!).
... Di più: il vecchio rancoroso sostiene che lui li aveva incontrati già negli anni Settanta, quando marciavano «sotto le bandiere del Movimento studentesco».

Complimenti a Valentino Parlato, invece, che sul "Manifesto" ha cercato di minimizzare. Dispiaciuto ma non troppo, evidentemente. Che non si abbia ad esagerare, per carità: «A Roma ci sono stati anche scontri... Meglio se non ci fossero stati ma [...]. Aggiungerei: è bene, istruttivo che ci siano stati...».

Memorabile Nichi Vendola, che si è mostrato sinceramente addolorato di quanto è successo. Lui vuole che vengano individuati gli autori degli scontri. E ha chiesto di investigare per capire se per caso tra i Black Bloc ci fossero stati anche giovinastri di destra. Fondamentale, come no.

domenica 2 ottobre 2011

I VESCOVI E L'INNOMINATO

Finalmente un prete che parla chiaro. E' ancora il mitico don Paolo Farinella. Che ha voluto dire la sua, e ci è andato giù pesante (com'è nel suo stile).
... Il sacerdote ha spiegato di provare pena per il cardinale Bagnasco che non ha mai fatto il nome di Berlusconi. E si è chiesto: ma cosa deve fare il Premier per essere chiaramente condannato dalla mia Chiesa? Deve forse
violentare la Vergine Maria con san Giuseppe incatenato al palo della lap-dance


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Dall’articolo “L’innominato, i vescovi e la confusione”
(don Paolo Farinella, su www.dongiorgio.it)  

   «Ascoltando il cardinale e le sue parole accorate, provavo un senso di pena per lui e quelli che gli stavano attorno […] Parlare di «comportamenti vacui e di cambiare aria» non significa nulla perché, come sempre, nel discorso del cardinale mancava un ingrediente essenziale, quello che fa la differenza: Nome Cognome, indirizzo, Cap e possibilmente C.F. […]. Finche il cardinale non dirà nome e cognome, mi dispiace per lui, ma le sue parole non avranno efficacia ed effetto. La riprova? Il doppiamente disonorevole Lupi e il tristemente disonorevole Formigoni che si accreditano come cattolici della prima fila, si sono spremuti come limoni per fare passare l’idea che il cardinale non ce l’aveva con Berlusconi e che in fondo i peccati li giudica solo Dio, mentre il governo lo gestiscono loro […].
   Il cardinale dice: «Non si era capito, o forse non avevamo voluto capire, che la crisi economica e sociale, che iniziò a mordere tre anni or sono, era in realtà più vasta e potenzialmente più devastante di quanto potesse di primo acchito apparire» […]. Non si era capito? Di chi sta parlando il card. Bagnasco? A chi si deve riferire il plurale maiestatico di volontà negativa «non avevamo voluto capire»? Per quanto mi riguarda è almeno dal 2006 che scrivo. E gli scritti sono pubblici, e possono essere documentati, che il governo Berlusconi con il suo programma elettorale che anche i vescovi hanno ascoltato ed esaminato, avrebbe portato alla sfascio dell’Italia [...]. I vescovi non vedevano dove stava andando l’Italia e dove la stava scaraventando il governo? […]. Perché un ritardo di almeno tre anni? Con quale autorevolezza i vescovi oggi possono criticare il governo che essi stessi hanno appoggiato, sostenuto, foraggiato direttamente e specialmente con i loro silenzi? Io penso che l’intervento del cardinale Bagnasco sia stato un atto necessario. Altrimenti se anche questa volta non avesse detto nulla, dalla base dei credenti vi sarebbe stata una rivoluzione. Noi preti di strada lo vediamo ogni giorno nelle nostre chiese e nelle nostre strade […].
    Il cardinale Bagnasco con volto triste e teso continua:
«Rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune». Dopo il «contesto» arrivano le «relazioni improprie». «Relazioni improprie»? Che linguaggio è codesto? I rapporti sessuali con minorenni e l’induzione delle stesse alla prostituzione adesso si chiamano «relazioni improprie»? […].
Comportamenti «tristi e vacui»: l’induzione alla prostituzione, la tratta delle prostitute, l’uso del crocifisso come strumento erotico tra le tette della consigliera Minetti, eletta nella lista di Formigoni, travestita da suora, un comportamento «triste e vacuo»? Cosa deve fare Berlusconi per essere scomunicato «latae sententiae»: assassinare la Trinità con un colpo solo? O violentare la Vergine Maria con san Giuseppe incatenato al palo della lap-dance
«Colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo». Chi lo ha detto al presidente della Cei che le intercettazioni sono «ingenti»? Lui le ha contate o è un modo per addolcire la pillola a Berlusconi? Un colpo a ciascuno non fa male a nessuno? Fino a prova contraria le intercettazioni riportano la voce dell’indagato e del malfattore, mentre il metodo di indagine è una questione riservata alla magistratura e nessuno dovrebbe sindacarla, come esige la separazione dei poteri in una democrazia decente. Questo cerchiobottismo, infatti, ha avuto un effetto: ha dato adito alla destra e ai suoi cattolici da supporto di annacquare le parole del cardinale e di diluirle fino al punto di farle scomparire […].
    Ecco il risultato. Lupi, Formigoni e i cattolici complici si affannano a giustificare Berlusconi che non deve dimettersi, e a dire che il cardinale parlava in generale, per tutti. Questo equivoco nasce da un solo fatto: il cardinale Bagnasco non ha fatto il nome del delinquente Berlusconi, corrotto (sentenza Cassazione), evasore fiscale, bugiardo e falso, spergiuro, corruttore di minorenni, utilizzatore e manovratore di «carrettate di donne» (cioè prostitute a pagamento), amico e complice di mafiosi e malavitosi, mentitore e istigatore alla menzogna, uomo senza onore e dissipatore del patrimonio comune di etica, di denaro e di dignità
».
           Don Paolo Farinella, sacerdote

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Intervista a Don Paolo Farinella


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