giovedì 24 febbraio 2011

Marta Marzotto, sosia & amica del Raìs

Uno se lo chiede: ma la signora Marta Marzotto, da anni amica della famiglia Gheddafi, ha nulla da dire su quanto sta avvenendo in Libia? La contessa ha festeggiato il suo compleanno (l'80°), ha ripercorso la sua vita da fiaba (una moderna Cenerentola: da mondina è diventata mondana), e ha ricordato i suoi grandi amori con uomini di sinistra (il pittore Renato Guttuso, il raffinato Lucio Magri). Ma forse avrebbe dovuto spendere anche qualche parola per spiegare come mai ha sempre difeso quel ridicolo beduino del raìs (peraltro, Gheddafi si veste e si trucca che sembra la controfigura della Marzottona: quando si dice ironia della sorte!).

Domanda: la piccola fiammiferaia Marta (ormai diventata cigno scintillante, e/o principessa sul pisello), cosa pensa di fare di fronte all'attualità? Vuole mostrarsi coerente con le sue precedenti affermazioni, e ribadire che il Colonnello è personcina tanto ospitale e generoso?  Oppure pensa mica di pentirsi, finalmente, di queste sue ignobili simpatie?

A suo tempo la simpaticona si era mostrata indignata contro Gianfranco Fini. Aveva dichiarato che per i fatti di Montecarlo il Presidente della Camera si sarebbe dovuto vergognare. E naturalmente aveva firmato per chiederne le dimissioni. Adesso, la Marzottona nostra, pensa mica di commentare anche quel che sta facendo il suo sosia Gheddafi?
… Marta, se ci sei batti un colpo!




Marta Marzotto, chi era costei? (tratto da Wikipedia)

Marta Vacondio, già Marta Marzotto (Reggio nell'Emilia, 24 febbraio 1931), è una stilista italiana. Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, vive i primi anni della sua vita a Mortara, in Lomellina, e fin da giovanissima lavora dapprima come mondina, poi come apprendista sarta e in seguito come modella presso la sartoria delle sorelle Aguzzi di Milano.
Grazie alla frequentazione dell'ambiente legato alle sfilate di moda, all'inizio degli anni '50 conosce il conte Umberto Marzotto, dell'omonima fabbrica e casa di moda, col quale si sposa a Milano il 18 dicembre 1954. Dal loro matrimonio nascono cinque figli: Paola (n. Portogruaro 1955), Annalisa (Portogruaro 1957-1989), Vittorio Emanuele (n. Milano 1960), Maria Diamante (n. Roma 1963) e Matteo (n. Roma 1966). Anche dopo il divorzio continuerà ad usare il cognome dell'ex marito.
Alla fine degli anni '60 è la figura femminile dominante nella pittura e nella vita privata di Renato Guttuso, musa ispiratrice e modella prediletta per circa venti anni […]. Il rapporto tra i due cesserà improvvisamente e bruscamente dopo anni, e alla morte del pittore tutto il patrimonio artistico ed economico succederà legalmente al figlio adottivo, adottato appena poco prima della morte. Animatrice di salotti, noto personaggio delle cronache mondane per decenni, stilista e disegnatrice di gioielli, il 21 marzo 2006 Marta Marzotto viene condannata dal Tribunale di Varese a otto mesi di carcere col beneficio della condizionale e 800 euro di multa perché responsabile di aver riprodotto nel 2000 e senza averne titolo, alcune opere in suo possesso tra cui diverse che la ritraevano, 700 serigrafie del pittore Renato Guttuso, il maestro di Bagheria, che proprio a Velate aveva un suo atelier ed i cui diritti legalmente sarebbero spettati al figlio.
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domenica 20 febbraio 2011

IL "PAPI" DEL PAPA

Il "papi" e il papa sono stati fin qui culo e camicia. Rappresentano egregiamente quella Italia stolta e pagliaccesca che si fa governare dai tiranni, magari anche vecchi e ridicoli. E se il primo (Berluska), non vuole schiodarsi dal trono principesco, l'altro (Ratzinger) non vuole lasciare l'altare delle bestemmie e delle vanità.

Bisognerà cacciare Silvio, se serve anche a pedate. Ma dopo bisognerà chiedere le dimissioni di tutto il Vaticano (che ha fin qui furfanteggiato con l'avvelenatore dei pozzi). Perché non è vero che adesso Santa Romana Chiesa è imbarazzata a dover mantenere i rapporti diplomatici con la presidenza del Consiglio. Piuttosto l'Oltretevere si vergogna a farsi fotografare con il suo carissimo "compagno di merende". E vorrebbe nascondere la "relazione pericolosa" col piduista che ha garantito al Vaticano ogni privilegio (in cambio, s'intende, di una interessata ed ipocrita "assoluzione politica").

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Pierluigi Bersani, sulla sua pagina Fèisbuk, ha invitato a firmare per mandare a casa Silvio Berlusconi. Non ho potuto esimermi dal lasciare un mio commento su questa iniziativa


«Il mio autografo ce lo metto più che volentieri. E mi auguro, dopo, che si proceda ad una raccolta firme per chiedere le dimissioni in blocco anche di tutto il Vaticano.
Già, perché Santa Romana Chiesa, con Prodi, aveva fatto il diavolo per ogni piccolezza. E invece con Berluska (piduista, prescritto, bestemmiatore, pluridivorziato, traditore, falso, corrotto...), i signori cardinali si limitano a rilevare che si sono"indeboliti i principi etici e gli atteggiamenti morali". Ma va? Tutto qui? Volete dire che il Caimano è solo un po’ debole? Volete suggerirgli un po’ di vitamine ricostituenti? Oppure - come ha fatto il Bossi – pensate di consigliargli "un po’ di riposo"?
... Indebolita la morale! Ma per favore, qui si parla di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. E questi preti stanno ancora a cincischiare, ad ammonire con voce vellutata (a denti stretti, per non dover cedere i privilegi acquisiti, e per non rischiare di beccarsi il "metodo Boffo", vero?).
Santa Romana Chiesa dovrebbe finalmente cominciare a prendersi le sue responsabilità. Una buona volta dovrebbero smetterla di essere ossessionati solo dalla difesa degli invisibili embrioni.
Farisei ipocriti. Dicessero pane al pane. E invece di "contestualizzare" (come suggerirebbe monsignor Fisichella), chiamassero le cose col loro nome e cognome.
Berluska è un falso, punto. Bisogna dirgli che andrà all’inferno (almeno questo, se non si riesce a mandarlo in prigione). E’ un farabutto che mente senza ritegno, un bestemmiatore che nomina Dio, la carità, e la religione invano. E' un maschilista che con la scusa della bontà d'animo paga quelle che gliela fanno annusare (mica chiunque: solo quelle giovani, belle, siliconate, disinibite!).
Berluska è un ipocrita che contemporaneamente fa la comunione a tradimento. Berluska è un sozzone che si finge devoto (altro che "debolezza morale"!). Ed è un lazzarone che si trascina nel peccato e nel reato. Come definire altrimenti uno che per fingersi kattolico vuole criminalizzare la prostituzione, ma che poi fa entrare in casa una escort senza conoscerla, dicendo che è stata pagata a sua insaputa? Come definire uno che imbroglia il suo elettorato fingendo di non ricordare il nome del pappone pagatore (tale Tarantini), sebbene risulta che in un solo giorno ha tempestato quest’ultimo di telefonate come non farebbe neanche una innamorata?».


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