Ratzinger sapeva, e nascondeva tutto sotto il tappeto (anche attraverso la “Epistola de delictis gravioribus”).
Adesso, la Chiesa cattolica deve cominciare a dire le cose come stanno. Soprattutto c’è bisogno di democrazia, perché al centro non ci deve più stare la gerarchia, ma il “Popolo di Dio”.
(… A parlare così è stato Enzo Mazzi, sul quotidiano “Il Manifesto”. Si riferiva a quello che ha definito “stillicidio di scandali riguardanti la pedofilia del clero, che dilaga senza sosta e coinvolge con un crescendo impressionante gli stessi massimi vertici vaticani”).
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Dall’articolo “Il segreto di Ratzinger”
(di Enzo Mazzi, per “Il Manifesto”)
[...] È di ieri la notizia rivelata dal New York Times che lo stesso Benedetto XVI, quando era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e il cardinal Bertone, occultarono gli abusi di un prete americano, il reverendo Lawrence C. Murphy, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi di una scuola del Wisconsin dove aveva lavorato dal 1950 al 1974 […].
… Molti ormai fanno riferimento alla «Epistola de delictis gravioribus» (Lettera sui delitti più gravi) inviata il 18 maggio 2001 a tutti i vescovi della terra con cui il cardinale Ratzinger blindava gli abusi sessuali del clero imponendo il «secretum pontificium» (segreto papale) e vincolando così al centro vaticano la competenza di tutti i reati sessuali ad opera dei religiosi di ogni parte del mondo [...].
La lettera di Benedetto XVI alla Chiesa irlandese invita a denunciare i casi di pedofilia ma non dice una parola su questa secretazione. Non ne parla perché dovrebbe ammettere di essere lui stesso corresponsabile della copertura degli abusi [...].
È inutile che padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana si affanni a dichiarare che «le norme della Chiesa non hanno mai proibito la denuncia degli abusi sui minori alle autorità giudiziarie». I fatti stanno lì a dimostrare il contrario...
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