giovedì 19 novembre 2009

POVERO CRISTO, POVERA DESTRA

Il nuovo alleato della destra pseudo-kattolica berlusconiana (ovvero quel ridicolo beduino di Gheddafi), è venuto in Italia per prendere in giro il Vangelo e il crocefisso.
Il colonnello ha radunato un bel po’ di hostess italiane (assunte in base ad altezza, colore dei capelli, eccetera), e le ha istruite su quanto sia sbagliato il racconto del Nazareno morto sulla croce. Ma Silvio non pare darsi pena: l’amicizia con il tiranno libico vale più della proclamata difesa del cristianesimo!

Qui sotto, due articoli che spiegano quanto sia stata scandalosa questa sceneggiata. E quanto sia scandaloso che la destra italiana (apparentemente schifata per la sentenza contro il crocefisso a scuola), continui a ruffianarsi con certi buffoni.

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Dall’articolo “Tutti zitti sulle «lezioni» di Gheddafi”
(di Pierluigi Battista, per il “Corriere Della Sera”)
[…] Le prescrizioni di Gheddafi sono state molto precise. I suoi collaboratori doveva­no contattare circa duecento ragazze attra­verso un sito specializzato per il reperi­mento di hostess da retribuire con una ses­santina di euro (tra l’altro: non esiste un sindacato delle hostess?). Il canone fissato prevedeva che le ragazze fossero di bel­l’aspetto, possibilmente bionde. Che dal metro e sessantanove centimetri in giù di statura sarebbe scattato implacabile l’ostra­cismo. Che fossero vestite di nero, vietate minigonne e scollature, il tacco di almeno sette centimetri, e la taglia, inderogabil­mente, 42. Solo a queste condizioni le ra­gazze sarebbero state meritevoli delle le­zioni di Gheddafi sul Corano e sensibili al­le istruzioni del Libretto Verde, distribuito come cadeaux dopo un paio di notti di in­fervorate diatribe religiose innaffiate, rac­contano le cronache, da dosi massicce di cappuccino.
Dicono inoltre le cronache che una ra­gazza è stata allontanata, perché giudicata troppo bassa e un’altra esortata a lasciare la compagnia (sarebbe meglio dire l’im­provvisato simulacro di un harem?) per­ché non del tutto compatibile con i canoni ideali della bellezza secondo il colonnello Gheddafi: in altre parole, perché bruttina. Ma c’è qualcosa di più feroce di un’esclu­sione dovuta esclusivamente per cause, per così dire, fisiche? Mica quelle ragazze erano state selezionate per un concorso di bellezza, o per il casting di una trasmissio­ne televisiva, o per allietare un evento mondano. No, erano state scelte per ascol­tare la parola di Gheddafi sull’Islam, sul crocifisso, sulle profezie, sulla virtù, sulla conversione. E allora che c’entrano la ta­glia 42 e il tacco di almeno sette centime­tri?…

Dall’articolo “Le pon-pon di Gheddafi”
(di Francesco Merlo per "la Repubblica")
Ha organizzato una pagliacciata islamica, un finto ratto delle Sabine per truffare il mondo arabo, per infinocchiare il suo popolo. E difatti solo la tv libica manderà in onda le immagini delle squinzie italiane ai piedi di Gheddafi, e sarà la prova del suo sex appeal mediterraneo, del suo carisma religioso, della sua bellezza.
Forse Gheddafi ha anche voluto inviare un messaggio di solidarietà al suo amico Berlusconi, da maschio a maschio, una sfida a chi, tra loro, giostra più femmine.
[…] Anche alle hostess di Gheddafi, come alle prescelte di Palazzo Grazioli, è stato imposto una specie di abitino di ordinanza, trucco leggero, gonna sotto il ginocchio, altezza minima un metro e settanta, occhi grandi... Il capotribù vuol far credere alla sua gente che una rappresentanza scelta delle donne italiane è accorsa ad incontrarlo e, pendendo per un’ora dalle sue labbra, è rimasta folgorata dal messaggio del profeta. Addirittura, con l´aiuto dell’amico Berlusconi «con il quale abbiamo deciso di "immergere" i nostri popoli», l´Italia potrebbe diventare una colonia libica, a gloria della mascolinità petrolchimica: «Italiane, convertitevi. Venite a Tripoli e sposate i miei uomini».
Se chiedete a un uomo di Gheddafi quanti figli ha la Guida della Rivoluzione, la risposta è sempre la stessa: «Noi siamo tutti figli suoi». Non è insomma facile credere che a Gheddafi manchino i passatempi erotici e che l´Italia sia per lui la penisola del piacere. Né tanto meno che il dittatore, brutto di una bruttezza sgargiante, possa davvero comprare tutte queste belle (e bisognose) ragazze italiane con 60 miserabili euro a testa. Tutti capiscono infatti che sessanta euro sono pochi anche per ascoltare i suoi gorgoglii gutturali tradotti da un interprete, le banalità sul Crocifisso, sul sosia di Cristo, sul Corano che sarebbe divino mentre i Vangeli sono umani. Fuffa senza interesse persino per gli islamici.
[…] Certo, è assai penoso che tante donne italiane si siano prestate a questa ordalia. Ed è giusto domandarsi in quale altro Paese occidentale, la diplomazia avrebbe permesso a un dittatorello un simile spettacolo di mortificazione delle donne.Diciamola tutta: fossero state davvero escort, l´Italia ne sarebbe uscita meglio. In questo senso, Gheddafi è vincitore: hanno fatto la fila per incontrarlo come se fosse George Clooney. E il nostro governo ha tollerato e addirittura incoraggiato quest´altro eccesso pittoresco, dopo la tenda a Villa Pamphili, le lezioni all´università e al Senato, le frecce tricolori a Tripoli... Com´è possibile che ogni volta Gheddafi degradi Roma a circo?
Non è un paradosso: Gheddafi a Roma fa quello che vuole in cambio delle galere e dei campi di concentramento dove la polizia libica trattiene gli africani in fuga. Dopo l´accordo di Bengasi dell´agosto 2008 l´Italia riceve un numero minore di cosiddetti clandestini e incamera una maggior quantità di gas e di petrolio: ogni migrante in meno, un litro di petrolio libico in più; per ogni clandestino acciuffato, una zaffata di gas libico in più. E la Libia, con i soldi dell’Italia, viene dotata di strumenti di vessazione. Oggi dispone di elicotteri, motovedette di pattugliamento, investimenti bancari e di telecomunicazioni, fuoristrada, visori notturni, navigatori satellitari, furgoncini pick up made in Italy e tanti sacchi per cadaveri generosamente forniti dalla preveggenza italiana perché nei traghettamenti si muore facile.
È questo il patto che abbiamo siglato e che i reporter internazionali hanno documentato. Gheddafi in Libia è il nostro esponente leghista. Perciò in Italia può muoversi e comportarsi proprio come i leghisti immaginano che si comportino i selvaggi africani, i dittatori del terzo mondo.
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* Altri post come questi sono sul blog N.tuttoL'ANNO, sul blog N.ogniDI', e infine sul blog F.& FASTIDI.


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