martedì 2 giugno 2009

QUESTA EUROPA BOLSCEVICA

BERLUSKONI GRIDA SEMPRE AL COMPLOTTO DEI KOMUNISTI ( PERFINO QUANDO LA MOGLIE CHIEDE IL DIVORZIO ! )

… MA DOPO IL CASO MILLS ( E SOPRATTUTTO DOPO GLI ARTICOLI DEL “TIMES”), A SUA BANDANA VIENE UN DUBBIO :
RISPETTO ALLA NOSTRA POVERA SINISTRA, SARANNO PIU’ BOLSCEVICHI I SUDDITI DI SUA MAESTA’ LA REGINA?



Il mondo ci guarda. Guarda sgomento e incredulo a quel che avviene in Berluscolandia.
Dopo il caso Mills, e dopo lo scandalo di Noemi e l’annunciato divorzio chiesto da donna Veronica, adesso è tutta la stampa internazionale che sputa su Sua Prescrizione.
Ovvero: sul nostro caro “papi” Silvio.

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Da un articolo del quotidiano londinese The Times
L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è che è un buffone sciovinista, né che egli si accompagni con donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavoro come modelle, assistenti, o perfino, assurdamente, come candidate al Parlamento europeo. Ciò che è più scioccante è il totale disprezzo con cui egli tratta l'opinione pubblica italiana.
L’anziano dongiovanni può trovare divertente agire da playboy, vantarsi delle sue conquiste, umiliare la moglie e fare commenti che molte donne troverebbero grottescamente inappropriati ( …) Ma quando vengono poste domande legittime su relazioni scandalose e i giornali lo sfidano a spiegare relazioni che come minimo suscitano dubbi, la maschera del clown cala. Minaccia quei quotidiani, minaccia le televisioni che controlla, invoca la legge per difendere la propria 'privacy', pronuncia dichiarazioni contraddittorie, e poi come in un melodramma promette di dimettersi se viene scoperta la sua menzogna”.


Dall’articolo “La giustizia italiana e il caso Mills”

(Alexander Stille, per Repubblica)
(… ) Nel 2004 David Mills, in un momento di panico durante il quale ha temuto di essere indagato per aver evaso il fisco britannico, scrisse spontaneamente al proprio fiscalista inglese per spiegargli l' origine di circa 600.000 dollari finiti nei suoi conti. «Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione... Sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato curve pericolose, per dirla in modo delicato) aveva tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l' avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo».
Il fiscalista, che aveva paura di diventare complice di un reato, ha passato la lettera alle autorità britanniche, le quali, a loro volta, hanno trasmesso gli atti ai loro colleghi italiani.
Quindi, punto primo: non c' è stato un complotto dei giudici italiani. Il caso nasce in Inghilterra dalla mano di Mills, l'ex avvocato di Berlusconi, e la magistratura agisce dopo essere stata messa di fronte a una prova fortissima, un' auto-accusa del tutto spontanea.
Chiamato a testimoniare, Mills conferma tutto. Poi, in un secondo momento, ritratta. E infine offre spiegazioni che sembrano poco credibili: perfino che un dirigente della Fininvest, Carlo Bernasconi, sul punto di morire gli ha fatto un regalo personale di 600.000 dollari.
Al processo appena concluso è stata trovata più convincente la spiegazione originale - e per delle buone ragioni. Quando scrisse la lettera al fiscalista, Mills non aveva nessun motivo di mentire. Mentre nelle sue versioni successive, trovandosi imputato in un processo per corruzione, aveva tutti i motivi per negare la sua lettera-confessione.
Nella giurisprudenza di tutto il mondo le auto-accuse contro il proprio interesse hanno molto più peso delle dichiarazioni auto-assolutorie.

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A questo post è collegato quello sul pericolo dell'astensione, quello in previsione del disastro delle sinistre, quello sull'Europa "bolscevica", quello dal titolo "elezioni ed erezioni"), quello sugli italiani che amano (e votano) per le simpatiche canaglie, quello sul Berluska ex "gran comunicatore".
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