lunedì 1 giugno 2009

Anche il Buddha (come Dio) è morto

I monaci buddisti:  il sorriso ebete sulle labbra, qualche frasetta buonista (per incantare anime belle e attrici in fregola)una vita passata a non fare un cazzo,.
... E adesso, a sputtanarli tutti ci si mette anche il giovane Osel Torres (che sarebbe il famoso "piccolo Buddha", ovvero il bimbetto che il Dalai Lama aveva riconosciuto come la reincarnazione di un famosissimo Lama).

Ormai grandicello, Osel è fuggito ad Ibisa. Ed è diventato agnostico.
... Non prima di aver denunciato le crudeltà dell'educazione buddista ("Mi tolsero alla mia famiglia e mi portarono in una situazione medievale nella quale ho sofferto moltissimo"
).

__________________



Dall’articolo
“La fuga del piccolo Budda…”
Josto Maffeo ( per Il Messaggero.it )

Gli spagnoli ricordano la vicenda del piccolo Osel Hita Torres, quel piccolo granadino di quattordici mesi nei cui occhi, e in successive “verifiche”, il Dalai Lama vide la reincarnazione di Yeshe, un lama venerato dal buddismo tibetano e che morì d'infarto, a Los Angeles, nel 1984.
Quando il piccolo Osel fu “identificato”, in Spagna, era il 1986, ci fu molta curiosità e si aprì un ampio dibattito tra le titubanze dei genitori del bimbo. Poi la decisione: affidato ai lama, il piccolo cominciò una ferrea educazione per diventare un buddista degno “della vita precedente”.

(…) Da qualche anno Osel vive in incognito a Madrid … Afferma che dopo la lunga e rigida preparazione, fino ai sei anni in Europa e poi nel monastero indiano di Sera, all'ombra del Dalai Lama, oggi non si ritiene un buddista:
«Sono l'erede di una multinazionale... sono un agnostico scientifico spirituale, credo nella coscienza e nelle vite passate e future».
Di quei lunghi anni tra le tuniche color zafferano, all'ombra delle vette più alte del mondo e con l'identità di Lama Tenzin Osel Rimpoché, il giovane granadino ricorda tutto con un mix di dolore, di frustrazione, forse anche di nostalgia, ma soprattutto come una lunga parentesi che ha creato un vuoto nella sua vita (…) Ma non bastavano quei paesaggi unici, quegli incontri sorprendenti per trattenere un ragazzo che cresceva inquieto, vivace, curioso. Un giovane che oggi guarda indietro a quella che definisce «una disciplina medievale» che, per esempio, gli impediva di sapere com'era fatto un televisore. O di dare un calcio a un pallone, usare un telefono, un computer.
Persino cantare era proibito. Troppo per il giovane già cresciuto con orizzonti che ai piedi delle montagne gli stavano sempre più stretti. E così, grazie alla complicità di un monaco spagnolo, un messaggio a mamma Maria che si attiva e organizza la prima breve fuga. Un anno dopo, a diciott'anni, il definitivo abbandono del monastero.

E da quel momento Osel ricorda il suo vagabondare tra il Canada, Venezia (dove celebrò il ventesimo compleanno e fu derubato), la prima volta che vide due giovani baciarsi quando volle vedere com'era una discoteca, lui che fino ai diciott'anni visse in compagnia di cinquemila monaci, tutti uomini.
Ora Osel cerca faticosamente di trovare una propria ubicazione nel mondo, di rifarsi una vita. Ma manterrà una promessa. Tra quattro anni ritornerà dal suo lama precettore per confermare, o meno, la sua scelta. Che oggi non ha l'orizzonte color zafferano.
____________________


Altre scoreggette come questa sono su
N.tuttoL'ANNO, poi su N.OGNI DI’, e infine su F, & FASTIDI.

Nessun commento: